Potrebbe derivare dall'attività svolta dal capostipite di
magister follarius, "artigiano follatore, preparatore e finitore di lana".
Tracce di queste cognominizzazioni si trovano ad esempio a Nicosia in un atto dell'anno 1295: "...Ego Jacobus Follarius olim filius Marini Follari pisanus civis imperatoris dignitate notarius, predictis omnibus interfui et rogatus inde hanc cartam scripsi atque firmavi. ". Il casato nobile dei Follerio detenne il feudo di Bisenti nel teramano nella seconda metà del 1200.
Nel 1500 Petrus Follerius a Venezia si occupa e scrive opere di Diritto Criminale.
Il cognome
Follari parrebbe
panitaliano, anche se attualmente il
ceppo più significativo è palermitano.
Follaro, altrettanto raro, ha invece un ceppo romano.
Follera, quasi unico, è del napoletano.
Folleri è rarissimo ed è panitaliano.
Follero, molto raro, sembrerebbe del napoletano.