Dovrebbe derivare dal nome medioevale
Marenda, di cui si ha un esempio d'uso nella
Chronica monasterii Casinensis dell'anno 1024: "...Seguenti etiam anno Benedictus quidam cum uxore sua Marenda de Castello Monte Metulo fecit oblationem suam in hoc monasterio de ecclesia Sancti Iohannis que sita est in finibus eiusdem castri iusta fluvium Trinium...".
Potrebbe anche derivare da un soprannome basato sul termine dialettale sia piemontese che lombardoveneto
marenda, "merenda", probabilmente a sottolineare l'abitudine dei capostipiti di fare abitudinariamente un pasto intermedio nel pomeriggio. Di quest'uso si ha un esempio in un processo per stregoneria del 1630: "...Credo fossimo in Verva, et vi erano tutte le sudette. Ancora ho cognosciuto Mighina, moglie di Antonio Cottolo, tutte le volte. Et si chiamavamo hora l'una, hora l'altra. Ancora ho cognosciuto Domeniga, detta la Marenda, due volte in Madroffa, da puoco tempo in qua, et sarrà circa quattro anni che la ho cognosciuta. Ancora ho cognosciuto Polonia del Folonaro, quasi tutte le volte. Ancora ho cognosciuto le sorelle di Abondio del Sartor, cioè Christina, Domeniga et Maria. ..." ed in un testo relativo sempre all'anno 1630 e sempre a Bormio in Valtellina: "...Il giorno seguente il consiglio deliberò la cattura, «per li sospetti che si hanno per la morte di messer Antonio Cottolo di Semogoµ, di Tonio di Balserino de Maiol, autore del delitto e di Appollonio, detto il Marenda, complice ..".
Il cognome
Marenda ha un piccolo
ceppo nel cuneese, uno nel varesotto, uno nel bresciano ed uno nel vicentino.