Potrebbe derivare, direttamente o tramite ulteriori
ipocoristici, da forme ipocoristiche
aferetiche di nomi come
Bartolomea/eo,
Gerolomo/ma o altri simili.
Il termine
mitta in epoca tardo rinascimentale equivaleva anche a "metà", come si può leggere ad esempio nel libro di Niccolò Tartaglia
Quesiti et inventioni diverse del 1545: "..inchiodar ui dui trauersi longhi quanto che è la mitta della culatta del pezzo uel circa (e nanti piu che meno) & lontani luno dal'altro circa un brazzo, ..".
Un ulteriore ipotesi è che derivi da un'indicazione di località: in epoca rinascimentale presso le comunità, che avessero subito influenze germaniche, il centro cittadino veniva chiamato
Mitta, dal tedesco
Mitte.
Tracce di queste cognominizzazioni si trovano in un'atto del 1720 a Valmadre di Fusine nel sondriese: "..Giovanni Battista Baracco de Grumello fu Bernardo, sindico della chiesa di S. Matteo, insieme al vicecurato di detta chiesa Giovanni Mitta, assegna alla comunità di Fusine il diritto di esigere dai signori Salici di Soglio, comproprietari della miniera del ferro, 155 lire imperiali, valore della soprascritta legna, a causa di debiti per taglie. ..".
Il cognome
Mitta è tipicamente lombardo, della provincia di Sondrio e del comasco.
Mitti, rarissimo, è dell'area compresa tra Lombardia meridionale e Piemonte.
Mittini, estremamente raro, è di Novara.
Mittino è caratteristico del novarese.