Nella seduta della commissione Giustizia del Senato del 24 giugno 2014 è stato presentato un nuovo testo unificato per la "regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze".
Nella bozza esposta dalla relatrice Monica Cirinnà (PD) si legge che "Ad ogni effetto, all'unione civile si applicano tutte le disposizioni previste per il matrimonio nelle leggi, decreti e regolamenti, ad esclusione delle adozioni di cui all'articolo 6 della legge 4 maggio 1983, n. 184."
Ed ecco la parte che si riferisce al cognome:
Art. 2. (Modifiche al codice civile)
2. Dopo l'articolo 143-bis del codice civile è inserito il seguente:
«Art. 143-bis.1 - (Cognome dell'unione civile tra persone dello stesso sesso). -- Le parti dell'unione civile tra persone dello stesso sesso stabiliscono il cognome della famiglia scegliendolo tra i loro cognomi. Lo stesso è conservato durante lo stato vedovile, fino a nuove nozze o al perfezionamento di nuova unione civile tra persone dello stesso sesso. La parte può anteporre o posporre al cognome della famiglia il proprio cognome, se diverso».
Quindi le coppie gay o lesbiche potranno (se la legge verrà approvata) scegliere un cognome di famiglia.
Cirinnà precisa: "prima della pausa per le ferie chiuderemo la finestra emendativa e a settembre il testo dovrebbe approdare in aula: sarebbe un bel segnale chiudere entro il semestre europeo".