Cognomi e figli legittimi o naturali

ROMA - Solo figli. La distinzione tra figli naturali e figli legittimi cade. Con voto unanime la Camera ha approvato la proposta di legge che modifica il diritto di famiglia: ora i figli, compresi quelli adottati, avranno tutti gli stessi diritti e pari dignità. Così, nel codice civile le parole: "figli legittimi" e "figli naturali" saranno sostituite, ovunque ricorranno, dalla parola: "figli". "Tutti i figli hanno lo stesso stato giuridico", recita il primo articolo. Su 477 presenti, in Aula hanno votato in 476, c'è stato un solo astenuto, maggioranza 239, 476 i sì. Nessun voto contrario.

La proposta "Modifiche al Codice civile in materia di riconoscimento e di successione ereditaria dei figli naturali", relatrice Alessandra Mussolini, è bipartisan e ora è pronta a passare all'esame del Senato. Con un emendamento del Pd si è inoltre stabilito che il figlio naturale può assumere il cognome del padre aggiungendolo a quella della madre, se la paternità è stata riconosciuta successivamente. Il cognome della madre, comunque, non potrà mai essere sostituito da quello del padre.

La nuova legge si compone di quattro articoli che modificano il codice civile. Il primo articolo concerne "disposizioni in materia di filiazione" e propone di sostituire l'articolo 74 del codice civile con il seguente: "la parentela è il vincolo tra le persone che discendono da uno stesso stipite, sia nel caso in cui la filiazione è avvenuta all'interno del matrimonio, sia nel caso in cui è avvenuta al di fuori di esso, sia nel caso in cui il figlio è adottivo". Non solo: "il figlio nato fuori del matrimonio può essere riconosciuto, nei modi previsti dall'articolo 254, dalla madre e dal padre, anche se già uniti in matrimonio con altra persona all'epoca del concepimento. Il riconoscimento può avvenire tanto congiuntamente quanto separatamente". E ancora: "tutti i figli hanno lo stesso stato giuridico" e con la legge viene introdotto uno specifico articolo (315-bis c.C.) sui diritti e doveri del figlio.

"Il figlio - si legge - ha diritto di essere mantenuto, educato, istruito e assistito moralmente dai genitori, nel rispetto delle sue capacità, delle sue inclinazioni naturali e delle sue aspirazioni. Il figlio ha diritto di crescere in famiglia e di mantenere rapporti significativi con i parenti". Poi il principio forse più innovativo sul piano del costume:" Il figlio minore, che ha compiuto i 12 anni, e anche di età inferiore se capace di discernimento, ha il diritto di essere ascoltato in tutte le questioni e le decisioni che lo riguardano. Il figlio deve rispettare i genitori e deve contribuire, in relazione alle proprie capacità, alle proprie sostanze e al proprio reddito, al mantenimento della famiglia finché convive con essa".

Il secondo articolo ("delega al governo per la revisione delle disposizioni vigenti in materia di filiazione") conferisce una delega all'esecutivo per la modifica delle disposizioni vigenti in materia di filiazione e di dichiarazione dello stato di adottabilità al fine di adeguarle al principio dell'unicità dello stato giuridico dei figli. Il terzo articolo prevede le "modifiche alle norme regolamentari in materia di stato civile" e il quarto la "clausola di invarianza finanzaria" per cui dalla legge non deriveranno nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

"Con il testo approvato - ha commentato Alessandra Mussolini, presidente della commissione parlamentare per l'infanzia e parlamentare del Pdl - la legge riconosce finalmente a tutti i figli, anche quelli naturali, un solo status giuridico e i bambini nati fuori dal matrimonio potranno avere nonni, zii, fratelli, e più in generale vincoli parentali che prima gli venivano negati in assenza di legittimazione. Altro punto fondamentale, che segna un cambiamento culturale e sociale dovuto, riguarda il cognome: la madre che riconosce per prima il figlio, non vedrà cancellato il proprio cognome se in un secondo momento il bambino verrà riconosciuto dal padre".

Per i matrimonialisti si tratta di un passo avanti in grado di cancellare "secoli di arretratezza culturale, sociale e giuridica del nostro Paese", ha detto Gian Ettore Gassani, presidente nazionale dell'associazione avvocati matrimonialisti Italiani. "Il 20% dei bambini in Italia nasce fuori dal matrimonio (circa 100mila all'anno). Occorre perciò cancellare definitivamente ogni discriminazione anche di carattere terminologico abolendo la categoria di figli naturali e figli legittimi", ha concluso.

In un comunicato, Carlo Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle politiche familiari ringrazia la Commissione presieduta dal prof. Cesare Maria Bianca "Questo Governo intende rispettare rigorosamente i principi costituzionali che riconoscono la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio e, nel contempo, garantire a tutti i figli lo stesso trattamento, prescindendo dal fatto che siano nati fuori o dentro lo stesso". Anche il Moige è soddisfatto. "Condividiamo con l'amministrazione del comune di Roma la necessità di adottare misure in favore dei genitori. Il rischio è che la famiglia, fortemente provata dalla crisi economica, venga ancora una volta affossata". Così, Maria Rita Munizzi, presidente nazionale del Moige, il movimento genitori.

Il via libera della Camera è "un atto di civiltà giuridica che abbiamo a lungo perseguito", ha detto in una nota Rosy Bindi, vicepresidente della Camera. "Già nella precedente legislatura, come ministro della Famiglia, avevo proposto una modifica al codice civile per assicurare la parificazione di ogni forma di filiazione, secondo la piena e integrale attuazione del principio costituzionale di uguaglianza - ha aggiunto Bindi -. E' un risultato di grande significato politico, culturale e sociale, si sanano le lacune del diritto di famiglia e si riconoscono il protagonismo e l'autonomia dei bambini, il valore delle relazioni affettive e dei legami parentali".

30 giugno 2011 - Articolo tratto da Repubblica.it
30 Giugno 2011

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