Ancora su cognomi e animali

Riprendiamo la rassegna dei cognomi legati agli animali, e citiamone ancora un paio originati dalle caratteristiche fisiche: ad esempio il panitaliano Sardella, analogo a Sardina, che ha un nucleo nella zona di Palermo, e al rarissimo Acciuga: alla base può essere un soprannome che richiama il mestiere di pescatore o di pescivendolo (le sardine sono fra i pesci più comuni del Mediterraneo), oppure anche un riferimento alla corporatura magra e asciutta. Più pertinente ancora è Corvo, con i derivati Corvi, Corvini, Corvina, Corvino, Corvetti, Corvetto, diffusi un po' ovunque con punte in Lombardia, Campania e Puglia, che richiamano quasi sempre un'analogia fra le penne del corvo, nere e lucide, e il colore dei capelli o della barba, oppure ancora possono riallacciarsi al significato figurato di "persona ciarliera e importuna"o "credulona": analogia celebre, basti pensare alla favola di Esopo, in cui il malcapitato pennuto perde il proprio formaggio per aver scioccamente ceduto alle false lusinghe di una volpe. E' quindi anche piuttosto chiaro il significato del cognome Volpe, diffusissimo, specie in Lombardia e Campania, con i relativi Volpini, Volponi, Volpetti, Volpino, Vulpetti, Volpicella, sia derivato da un soprannome che indicava persone astute, scaltre; in alcuni casi, tuttavia, può anche indicare qualcuno rosso di capelli, in analogia con il colore del pelo dell'animale. Fra gli uccelli ricordiamo anche Merlo, diffuso in tutta l'Italia, con più alta frequenza in Liguria e in genere nel nord, e i derivati Merli, Merlino, Merlini, Merloni, Merletto, che richiama però due significati figurati, praticamente opposti: poteva quindi definire una persona scaltra come una particolarmente sciocca, a seconda delle zone; alcuni derivati come Merlino possono inoltre prendere origine da nomi propri medievali. Più semplice invece è Falco, con le varianti Falchi, De Falco, Di Falco, Falchetto, Falcone, Falchieri, Fulchieri, Fulchero. Alla base sono i nomi medievali "Falco, Falcone, Falconiere", nati da soprannomi di mestiere, oppure per indicare caratteristiche nobili come forza, rapidità, coraggio: il falco era, del resto, un animale sacro presso i Longobardi; meno eroico, ma tutto sommato simile, è il cognome Aquila, diffuso dall'Abruzzo alle Marche e al Lazio e all'Umbria, legato a un soprannome usato per indicare una vista particolarmente acuta, intelligenza, rapacità. In altri casi può essere legato al toponimo L'Aquila,capoluogo abruzzese.
Citiamo infine quei cognomi, non pochi, che pur riferendosi al nome di un animale non sono nati dall'associazione fra caratteristiche fisiche o morali, ma richiamano altri significati, spesso religiosi: un caso su tutti è Colombo (per le numerose varianti vedere la prima puntata), che non richiama una qualche analogia fra persone e uccelli, ma si riferisce piuttosto al simbolo cristiano di pace, la colomba apopunto, ed è quindi un cognome originato dalla devozione cristiana. Simile è Tortora, con i derivati Tortorelli, Tortorini, Tortorella, che in passato era simbolo cristiano di innocenza, così come Agnello, con le varianti Agnello, Agnella, Aniello, D'Agnello, Dagnello, Agnellini, Agnellotti, Agnelutto, Agnelutti, Aniello, Anello: espressamente riferito all' "Agnello di Dio", trova il suo posto nella schiera dei cognomi augurali. Ci sono poi alcuni casi in cui il cognome non è legato a un animale, ma può sembrarlo, a causa delle omonimie: ad esempio il cognome Riccio o Ricci, non è affatto un soprannome per indicare persone "spinose", ma si riallaccia più semplicemente ai capelli ondulati. E così Renne o Renna, tipico di Campania, Puglia e Sicilia, non ha niente a che vedere con la slitta di Babbo Natale, ma deriva invece dal nome greco Rhendes, origine a sua volta del toponimo Rende, città in provincia di Cosenza, o dai diversi paesi contenenti il vocablo Renna, ad esempio in provincia di Ragusa, Brindisi o Cosenza.

Rubrica curata da Claudia Busetto

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