Dovrebbe derivare dal nome medioevale
Bonerba, "di buona razza".
Potrebbe anche costituire un cognome di fantasia attribuito a fanciulli abbandonati da funzionari borbonici, i quali avevano la consuetudine di attribuire dei cognomi beneauguranti, o che rispecchiassero particolari qualità o difetti del trovatello.
Si trova un principio di queste cognominizzazioni in un atto del 1384: "In nomine Domini amen. Anno Incarnationis 1384 mense Julii III Indictionis. Regnante Serenissima nostra Regina Maria Dei gratia inclita Regina Siciliae, ducissa Athenarum et Neopatriae Regni ejus anno VIII feliciter . Amen. Nos Franciscus Golochianus et Petrus de Petroconte judices terrae S. Philippi de Argirione, Donadeus Bonerba Regius Publicus Civitatem terminum et locum Castri Joannis et Demine nec non et ipsius terrae S. Philippi Notarius, et testes subscripti ad hoc vocati specialiter et rogati pp. scripto publico transumpto notum facimus et testamur quod ad nostram accedendo praesentiam ..".
Agli inizi del 1600 si trova il frate agostiniano Raphael Bonerba Argyrensis che studiò teologia prima a Palermo e poi a Milano e Bologna.
Il cognome
Buonerba ha un
ceppo nel napoletano ed a Salerno, ed uno piccolo nel barese ed a Lecce.
Bonerba è tipicamente pugliese, con un ceppo a Bari ed uno nel leccese.