Unioni civili: cosa fare per il doppio cognome e il codice fiscale

Al comma 10 dell'articolo 1 della Legge 76/2016 sulla regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso si legge:

"Mediante dichiarazione all'ufficiale di stato civile  le  parti possono stabilire di assumere, per la durata dell'unione  civile  tra persone dello stesso sesso,  un cognome comune scegliendolo tra i loro cognomi. La parte puo' anteporre o  posporre  al  cognome  comune  il proprio cognome, se diverso, facendone dichiarazione all'ufficiale di stato civile".

Ma quali conseguenze derivano dalla scelta del doppio cognome nelle unioni civili?

Nella pratica, in caso di aggiunta al proprio cognome di quello del compagno o della compagna, occorre rifare i documenti perchè automaticamente il secondo cognome viene inserito nel proprio codice fiscale.

Questa modifica non avviene invece nel caso di matrimonio tra persone di sesso differente dove infatti se la moglie aggiunge al proprio cognome quello del marito per lo Stato non cambia nulla o quasi: il cognome del marito può essere semplicemente affiancato a quello da nubile della donna, ma soltanto sulla carta di identità mentre il codice fiscale rimane invariato.

Le difficoltà burocratiche a seguito della scelta del doppio cognome nelle unioni civili

Il decreto ponte firmato il 23 luglio 2016 dal Governo contiene le disposizioni transitorie che applicano la legge 76/2016 ma in attesa dei decreti definitivi gli uffici dell'anagrafe dei comuni si sono adeguati.
A Milano ad esempio al momento delle firme è sufficiente apporre una croce alla voce "cognome comune" e a seguito della registrazione dell'unione civile i due soggetti si vedranno cambiati entrambi i codici fiscali.

L'avvocato Stefania Santilli, consulente di Arcigay e membro del gruppo legale Famiglie arcobaleno, sta seguendo diverse coppie omosessuali che si trovano ad affrontare il problema.
Secondo Santilli questi saranno alcuni dei disguidi che dovrà affrontare chi ha contratto l'unione civilie con la scelta del cognome comune:  "la posizione Inps dovrà essere rivista, come i contratti a lui intestati, compreso il mutuo con la banca. Dovrà rifare passaporto e carta d'identità. E dovrà dimostrare di essere proprietario della propria casa. L'azienda per cui lavora potrebbe avere difficoltà a inviargli lo stipendio e i creditori potrebbero non sapere dove cercarlo".

Il nuovo cognome della coppia, come dice il dettato normativo, inoltre può essere assunto solo "per la durata dell’unione civile tra persone dello stesso sesso" pertanto implicitamente prevede che con il divorzio le parti ritornino al proprio cognome originale. Questo comporta che in caso di divorzio il soggetto si veda nuovamente modificato il codice fiscale.

Nel caso in cui, una o entrambe le parti abbiano uno o più figli, essi si troveranno a essere genitore di una persona che ha un cognome diverso dal proprio. "L'aggiunta del cognome del marito a quello della moglie nel matrimonio sancisce l'esistenza del nucleo familiare, e non comporta conseguenze ulteriori - dice Cinzia Calabrese, nel direttivo di Aiaf, associazione di avvocati per la famiglia e per i minori  - per gli uniti civili non è così, evidentemente il legislatore continua a non volerli considerare una famiglia".

L'avvocato Santilli aggiunge inoltre che "il nome è il segno che identifica ogni persona e in quanto tale costituisce parte essenziale e irrinunciabile della personalità, quale primo e  più immediato elemento dell'identità personale. La pretesa dello Stato di modificare un nome già attribuito a un individuo è un'ingerenza nella vita privata e familiare. L'auspicio è che i decreti attuativi della legge Cirinnà pongano fine a questa discriminazione".

22 settembre 2016 - Lo staff di Cognomix.it

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