Stranieri e anagrafe, parte da Bologna la "guerra dei cognomi"

Per chi diventa cittadino italiano viene registrato solo il cognome del padre, che spesso non coincide con quello originario completo. Con relativi guai burocratici.
L'appello al ministero di Barcelò (Pd): "Rispettare il diritto"

BOLOGNA - Diventi cittadino italiano? Addio alle tue vere generalità: "nel cognome del padre" la legge ti cambia identità. Per molti degli stranieri che ottengono la cittadinanza, infatti, il cognome originario viene corretto d'ufficio sui documenti, dove è ammesso il solo cognome paterno. "Una norma ingiusta che crea un sacco di difficoltà pratiche e burocratiche", denuncia Leonardo Barcelò, consigliere del Pd di origine cilena. E il Consiglio comunale di Bologna, su sua proposta, ha approvato a maggioranza un ordine del giorno per chiedere al ministero dell'Interno di "rispettare il diritto dei neo-cittadini di provenienza straniera a mantenere il loro cognome anagrafico del Paese d'origine".

"Il problema - spiega Barcelò - riguarda in Italia almeno 20mila persone l'anno, la metà dei 40mila stranieri che diventano cittadini italiani per residenza oltre i dieci anni o per effetto di un matrimonio". Il fatto è che in molti ordinamenti stranieri il cognome registrato all'anagrafe non coincide con quello del padre. Nei Paesi dell'America Latina, ad esempio, il figlio prende sia il primo cognome paterno sia quello materno, in Egitto il cognome è formato dal nome del padre più quello del nonno o del bisnonno, in Macedonia le figlie acquistano il cognome paterno ma "declinato" al femminile. Tutte particolarità cancellate dall'anagrafe italiana, che ammette solo il cognome del padre. Con relativi problemi, per esempio, al momento di far valere un diploma di laurea o una patente presa prima del conferimento della cittadinanza italiana. "Io mi chiamo in origine Leonardo Barcelò Lizana - spiega il consigliere naturalizzato italiano - ma sono diventato solo Barcelò. E tutte le volte che ho a che fare con segreterie e sportelli d'ufficio, in pratica dovrei dimostrare di essere la stessa persona".

Di qui la richiesta al ministero dell'Interno di cambiare la norma che "inchioda" al solo cognome paterno. Anche perché c'è già un'eccezione: in base a una circolare dello stesso ministero, gli spagnoli e i portoghesi diventando italiani possono conservare il cognome registrato alla nascita. "Non si capisce perché questa differenziazione tra neo-cittadini italiani a seconda della provenienza - conclude Barcelò -. Così si crea una grave disparità di trattamento, violando l'articolo 3 della Costituzione e il diritto fondamentale di ciascuno al nome come segno dell'identità personale"
12 maggio 2009 - Articolo tratto da Superabile.it
12 maggio 2009

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