Sposo inglese prende il cognome della sposa

"Rinnega tuo padre, ricusa il tuo casato": la prova d'amore che Shakespeare fa chiedere a Giulietta al suo innamorato Romeo è una pratica che sta lentamente e faticosamente prendendo piede. In Gran Bretagna sempre più uomini, stando al quotidiano britannico 'The Independent', sull'altare rinunciano al cognome di famiglia per prendere quello della sposa.

Kris Myddleton, 29 anni, nato Dyer ma ora felicemente sposato dallo scorso ottobre con il cognome della moglie Jo, dice di non sentirsi capito. Un matrimonio rigorosamente tradizionale il loro, con la sposa che spazzava il pavimento con il lungo strascico bianco, il bouquet e tutto il resto. Tranne per il "particolare" del cognome. "Forse (il cognome di mia moglie) non sarà molto macho, ma è piacevolmente lezioso". Il cognome paterno Dyer (più o meno equivalente all'italiano Conciatore) è di umili origini, mentre Myddleton ha un suono gentile, reso inoltre più altolocato dalla "y". Semplicemente, dice Kris, "il mio cognome era brutto, il suo no". Inoltre Jo è figlia unica e il cognome di famiglia si sarebbe estinto: farlo vivere "ci sembrava una cosa carina da fare", dice lo sposo.

Una scelta pagata prima con una robusta dose di burocrazia: Kris e Jo non si sono trovati a riempire i soliti moduli con qualche casella da vistare: al contrario, ci sono stati "mesi di inferno" per notificare l'anomalo cambio di cognome alla banca, al lavoro, per non parlare delle varie utenze. Poi hanno dovuto scontare il velato rifiuto di parenti e invitati, che dopo il matrimonio li hanno sommersi di biglietti di ringraziamento indirizzati, come se nulla fosse, "Signore e signora Dyer". Ma l'onta peggiore, raccontano Kris e Jo all' 'Independent', è stato affrontare l'atteggiamento degli amici più intimi: "Ho sempre considerato i miei amici piuttosto aperti, ma anche loro hanno avuto problemi a confrontarsi con la mia scelta. Pensavano che fosse tutto uno scherzo, e ho dovuto mostrare loro i miei nuovi documenti perché mi credessero. E allora mi chiedevano 'Ma perche''? Sembravano contrari, come se avessi infranto una regola".

L'esempio di Kris e Jo non è andato tuttavia perduto, e l' 'Independent' cita anche Martin, 27 anni, che intende seguirne le orme. "I matrimoni oggigiorno non vogliono dire che un uomo possiede una donna. Io sposo una persona indipendente con una sua testa, una sua vita e un suo lavoro. Quando prenderò il nome di mia moglie sarà un passo avanti verso la parità fra uomo e donna, in cui credo". "Anzi - dice Martin - credo che la donna sia anche leggermente superiore". Forse nella scelta di Martin e della sua sposa un qualche peso l'ha avuto anche il cognome di lui, Willie: troppa assonanza con "Willy", il nomignolo che i bambini danno al membro maschile

17 agosto 2008

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